Tuesday 1 December 2009

Rocks (and Metals) of Fun

The man himself, with one of his beloved French bulldogs, and two pieces from his new collection, 4 Letters 4 Love

Arcangelo Bungaro left his native Puglia for the excitement of Milan, where he worked in fashion, industrial design and then advertising, before starting to design jewellery. As well as working for an important Italian company, he designs his own range of one off pieces, in fact, The Barna Blog caught up with him a couple of days after the launch of his new collection, called 4 Letters 4 Love (with apologies to those who can't read Italian)

AB: Hai visto il filmato? (click to watch video)

JF: Si ho visto foto e filmato. Mi piace moltissimo!

AB: Gooddd! Si capisce il senso?

JF: Si, a me pare che hai voluto fare qualcosa di leggero, piu … quasi giocoso

AB: Si infatti, hai colto nel segno. Sono partito dai cameo, quelli tutti in argento con le faccie, l'occhio e quello con il capricorno e la figura umana (che io non ho mai fatto prima nei miei gioielli). Quindi pulizia, essenzialità e semplicità … anzi anche un po freddi per dare uno stacco con la mia produzione precedente.

JF: Che da quello che conosco io, prima era molto piu elaborato, ricco.

AB: Si, ispirato alla natura ma mai troppo chiaro, e comunque carico di elementi e ricco.

JF: E perche hai voluto questo rompere con il precedente?

AB: Perchè dopo tre anni mi sono rimesso a lavorare su una collezione mia e l'ho fatto in un momento in cui ho avuto il bisogno di esprimere il mio bisogno di leggerezza.

JF: Ah, questa e la prima in tre anni?

AB: Si, con il mio nome si … ho lavorato sulla rottura e nella ricerca della semplicità ho trovato anche l'ironia.

JF: ... infatti anche l’invito e molto 'leggero' ... quasi infantile ... mi piace.

AB: Si appunto. Un momento storico, pesante e angosciante mi ha spinto ad attingere a me stesso piuttosto che all'esterno, e ho trovato l'ironia e la voglia di scherzare con le pietre, i colori e le forme in un certo tipo di gioiello scultura e pezzo unico. Il mio filone di lavoro.

JF: Che nel gioeillo e una cosa 'inaspettata' diciamo. Historicamente, i gioeilli sono "seri”.

AB: Si, direi di si. Sono emblema di affermazione sociale. Si, definiamoli "qualcosa di serio".

JF: All’ inaugurazione la gente come ha reagito?

AB: Pavia è un posto particolare, vicina a Milano è abituata a vedere e poter comprare tutto ciò che il mercato del lusso può proporre. Invece ricerca oggetti nuovi e unici ... Insomma mi aspettavano ed erano entusiasti. Hanno condiviso il mio punto di vista e hanno capito il senso della collezione. Infatti i primi pezzi venduti sono stati le bamboline con le murrine e le pietre preziose, i pesci, le piastre di argento con i profili … Tutti i pezzi nuovi.

JF: Buonissimo! Dunque questo cambio di direzione e stata una buona idea...

AB: ...Mmmmh direi che hanno confermato la mia impressione. La gente ha voglia di leggerezza e di sorridere, e naturalmente di sognare.

JF: Che per un creativo é una cosa importante ... Il fatto di prendere il rischio, e poi vedere che andato giu bene.

AB: Si, infatti mi ha stupito il fatto di non aver dovuto spiegare molto. Tutti hanno capito la mia intenzione. Il rischio c'era, ma sui miei gioielli sono istintivo

e per me non è mercato ma un modo di esprimere me stesso senza aspettarmi nulla. Faccio quello che sento come uno scultore farebbe una sua opera, o un pittore un quadro o un musicista un disco

JF: Come hai comminciato a disegnare gioelli?

AB: Prima la moda ,poi il design, poi l'art direction in agenzie di pubblicità. E poi il bisogno di esprimere la mia creatività in modo diverso. É Milano che me lo ha fatto cominciare questo lavoro. Non ci avevo mai pensato prima

JF: Che tu sei originariamente di …?

AB: Puglia nel sud d’Italia. Tanta storia, tanta cultura, tante emozioni. Ma poche occasioni di esprimerlo, e allora sono venuto a Milano.

JF: Pero difficile immagino per un creativo …

AB: Si, all'epoca non mi consideravo nulla, ero un proiettile carico , pronto ad esplodere. E poi ho scoperto che il proiettile in realtà era un fuoco d'artificio

JF: E milano ti ha dato l oportunita di esplodere ...

AB: Milano mi ha dato il pubblico capace di capire la mia lingua e mi ha spinto a continuare e a sviluppare il mio lavoro in direzioni che non pensavo

JF: Dunque un bel percorso ….

AB: Si. Entusiasmante.

JF: Hai un processo particolare con il quale lavori? Voglio dire, hai una rutina o sei uno spontaneo?

AB: Aspetto il momento giusto. Le mie idee migliori mi vengono nei momenti di crisi. Alzo la voce, e mi viene qualcosa di speciale. La creatività comunque è un fiume che scorre. E un processo continuo.

JF: Mi piace questa di alzare la voce - che tu sei uno a che piace alzar la voce ....

AB: Non in maniera arrogante

JF: Dico, metaforicamente ...

AB: Si appunto. No, non lo sono. Quando però sento solo il brusio della folla, beh, devo dire la mia

JF: Ho visto stamattina una foto di un paio di orecchini in forma di French bulldog, i tuoi cari cani. Parliamo di cani. So che ne hai parecchi, pero non riesco a ricordarmi quanti ne hai?

AB: Ne ho 4 a casa con me, e due da amici, quindi 6 …. Tanti!

JF: Che questa dei cani e una cosa seria con te …

AB: Diciamo che è una passione come quella dei gioielli, un po più privata

JF: Infatti stavo per chiederti se dedichi tanto tempo ai cani quanto ai gioielli.

AB: Con loro divido la mia vita, ma per alcuni aspetti ci sono delle similitudini. I cani restano con te, i gioielli si vendono e se ne vanno ... mi ha sempre affascinato il lavoro estetico negli esseri viventi.

JF: Ti dispiace quando i gioelli ti lasciano?

AB: No, anzi sono felice che qualcuno se li porti via perchè vuol dire che chi li sceglie ha capito e vuole possedere una parte di me.

JF: Dunque il piacere e nel creare, non nel vedere li pronti e fatti…

AB: Diciamo che il mio piacere profondo è il processo creativo. Che il piacere superficiale è quello di raccontarli e venderli e la soddisfazione è vedere che la mia creatura ha un suo posto nel mondo ... anche al collo di qualcuno ... Perchè no? :-)

JF: Quando crea i gioeilli, devi pensare che si devono indossare ...

AB: Certo, è fondamentale che siano comodi che siano indossabili.

JF: Trovi che questo ristringe la creativita?

AB: No, non credo. Viene con l'esperienza, e viene naturale creare qualcosa che sia anche indossabile. Un tempo ero meno esperto, e allora facevo dei gioielli pazzeschi, anche impossibili da indossare. Ma si trattava di sculture e basta.

JF: Tu fai anche scultura? So che dipingi ...

AB: Si, qualcosa. Ma è un lavoro complesso. La pittura è un mondo a se, e la scultura invece è molto più vicina a me e al mondo dei gioielli.

JF: Dato il successo di questa collezzione allora, cosa potremo aspettare da te nel futuro?

AB: Oddio, in questo momento sono come un po svuotato, ma basta poco e mi ricarico.

JF: Eh, lo immagino, avendo appena 'partorito' questa collezione...

AB: Credo che lavorerò sul corpo umano.

JF: Come?

AB: Mmmhhh hehehe ….sarà una sorpresa. Ci sto già pensando in realtà. Il fiume scorre sempre, te l'ho detto, a volte lento e in secca ma è sempre li.

JF: Quando disegni hai in mente una persona particolare, o u tipo di donna?

AB: La mia donna, si

JF: E chi e? O come e?

AB: La mia donna è una sorta di creatura sfocata, si allunga, si dilata, si illumina e si rabbuia.

JF: Che descrizione fantastica!

AB: Si, è una creatura fantastica infatti. Non ci avevo mai pensato chi fosse, me lo hai fatto venire tu.

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