Miriam Giuliana
Miriam Giuliana’s Milan atelier is
a bit of an Aladdin’s Cave. Wherever you look there are piles of exquisite
vintage fabrics, trims and other bits and pieces which she transforms into
one-off pieces that could be anything from cushions to bags. Whilst preparing
for an open—studio day, she spoke to The Barna Blog about her work, and her
love of all things textile.
JF: Come vanno le preparazioni per la vendita?
MG: Benone, siamo quasi alla fine, abbiamo finito di allestire lo spazio
JF: Tutto pronto allora ... come lo avete allestito?
MG: Abbiamo creato continuità tra la zona vetrina e quella laboratorio dove
lavoro. il tendone-parete che divide le due zone è raccolto morbidamente di
lato con una embrasse e si vede tutta la zona lavoro con i tessuti ecc. messi
in ordine per l'occasione. All'ingresso c'è un angolo retrò con una lampada a
stelo anni 50 dal cappello rosso ricamato, e poi abbiamo usato i bauli in
alluminio per creare delle zone seduta.
JF: Ah che bello ... cosi la gente potrà
vedere tutti i pezzi di materiali ecc. che hai li dietro. È come il covo di
Aladino! Come è venuta l’idea di questa giornata di vendite, diciamo, tra
amici? Che tu, Arcangelo e Gianantonio siete amici da molti anni…
MG: Si, Arcangelo sino a qualche anno fa aveva lo studio accanto al mio. Con
lui abbiamo fatto spesso degli eventi, per Natale o durante il Salone del Mobile.
Il suo era all'interno, quindi la gente entrava da me, passava da lui e usciva
dal portone, una specie di percorso guidato molto divertente. Non essendo il
mio propriamente un negozio, abbiamo cercato di ricreare la situazione di
spazio privato che si apre per un evento, quindi molto informale. È una vendita
ma anche un’occasione per salutare gli amici offrendo un bicchiere di prosecco.
JF:
È sempre meglio che entrare in un negozio, pieno di commessi che ti saltano
addosso...
MG:
Esattamente!
Inside L'Atelier di Miriam Giuliana
JF:
C'é qualcosa in quello spazio che ti fa immediatamente sentire comodo - una cosa rara a Milano! Spiegami un po’
la filosofia dell’atelier di Miriam.
MG: Prima di tutto ha probabilmente l'energia di uno spazio di lavoro
creativo, e poi mi piace un ambiente accogliente, il mio lavoro riguarda gli
spazi delle persone.
Spesso devo
interpretare quali sono le esigenze di un cliente, anche mantenendo il mio
stile. Il concetto dello show room è comunque rivolto ad un tipo di cliente che
è attirato da quello che è esposto…
JF: I clienti, quindi, vengono da te già sapendo quello che fai ...
MG: Direi di si, il mio spazio non è in una zona di passaggio.
Leggono un
articolo o vedono un oggetto pubblicato, ma funziona molto con il
passaparola.
JF:
Noto che questo tipo di negozio adesso é piu cercato - il piccolo segreto
che ti offre qualcosa di nuovo, non ‘mass produced’… c’é come un’overdose
delle grandi marche...
MG:
Anch’io credo che sia questo, il desiderio di avere qualcosa di personale, quasi
affettivo. Lo noto molto, ad esempio, per quanto riguarda la produzione di
borse.
JF: Perché tu fai anche borse...
MG: Si, ho iniziato perchè me lo richiedevano. In realtà sino a qualche
tempo fa facevo soprattutto tintura e stampa di tessuti, quindi sciarpe, stole …
Poi hanno iniziato a chiedermi le borse, quindi mi sono detta... proviamo, così
hanno qualcosa che portano in giro.
JF :
Che lusso, no? Poter lavorare cosi... Intendo dire, creare le cose che ti
piacciono, senza restrizioni di “sono un disegnatore di sciarpe, o solamente
borse ... o tessuti.”
MG: Si, sono comunque un'artigiana. Ha i pro e i contro…
JF: Che sono?
MG: La libertà di fare un lavoro che piace, ma anche la precarietà,
tendendo presente i tempi correnti.
JF: Si immagino ... che la situazione in Italia - come in molti paesi Europei
- non é esattamente fantastica in questi tempi.
MG: Direi proprio di no, a Milano poi, c'è un clima di chiusura culturale
che non aiuta certo. Sai, è una città basata prevalentemente su lavoro, e se è
in crisi quello...
A chair gets a Miriam Giuliana makeover
JF: Tu originariamente di dove sei?
MG: Sono metà siciliana e metà ligure, puro Mediterraneo
JF: È da molto tempo che sei li?
MG: Si, ormai più di venti anni! Sono venuta per studiare Pittura
all'Accademia di Brera e poi ho iniziato a lavorare. Sino ad oggi mi ha offerto
molto, anche se non è una città facile…
JF:
In questo tipo di lavoro, è essenziale essere in una città come Milano. Dunque
hai studiato pittura?
MG: Si, mi sono diplomata in Pittura, poi ho lavorato in pubblicità - a
quei tempi tutti lavoravano in pubblicità a Milano. E poi ho iniziato
questa avventura con i tessuti.
JF:
Che, alla fine, è quello con cui ti associo di piu ... i tessuti ... Cos’é
dei tessuti che ti affascina?
MG:
Mi viene in mente un'immagine. Io da piccola ho vissuto qualche anno con
mia nonna materna, dolcissima - la nonna Rosa. Aveva un armadio in una camera
dove cuciva anche, con una di quelle vecchie Singer a pedale. E quell'armadio
era zeppo di ritagli di tessuto, scatole con piume, nastri e nastrini, fili... Scatole
che io passavo interi pomeriggi ad aprire per curiosare …
JF:
Allora il tuo atelier è come una riproduzione di quello.
Quando sono venuto nel tuo studio, volevo fare esattamente quello che
facevi tu con le scatole della nonna. C'e un negozio qui a Barcelona dove ti
devo portare. É una vecchia tienda di passameteria dove trovi di tutto.
MG:
Bello, quando vengo a Barcellona ci andiamo di sicuro.
Ce n'è
anche uno, non ricordo in quale via, che vende filati di lino di tutti i colori.
L'ultima volta ne ho presi diversi e Moreno (Miriam’s partner) ha fatto le foto
degli scaffali per avere il campionario colori...Non si sa mai..
JF: E si ... è meglio
averle sotto mano quelle cose perche non si sa mai quando ti colpisce l’ispirazione.
A te, cosa ispira di piu? Hai un metodo particolare di lavorare?
MG: Dipende, a volte è un'immagine, ad esempio avevo fatto delle borsette
ispirate ai collages su carta degli anni 20…
oppure
direttamente dal tessuto che incontro. Il massimo è quando riesco ad entrare
nelle grazie di qualche tessutaio che mi mostra vecchie stoffe che ha in
magazzino, a Milano ce n'è qualcuno che mi conosce da anni…
JF: Quelli sono i migliori no?
MG: Eccome no! Anche se spesso non sono così disponibili.
JF:
Si quello è lo svantaggio. Però, non so, c’é sempre qualcosa di bello nei
tessuti vecchi, o diciamo con un po’ di storia ...
MG: Si, si
torna sempre al discorso di prima di avere dei pezzi unici. Una mia cliente mi
ha portato ultimamente un tessuto da materasso a cui era affezionata, da
assemblare con altri miei..e le ho confezionato un copriletto.
JF: Fantastico! Mi piace
che la gente tiene ancora a queste cose. È come i bambini con le coperte, danno
quasi un senso di sicurezza.
MG:
Si, é anche la percezione che ho io. Il bisogno di essere unici.
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